Intervista a Patrizia Foddai, dal 1993 Presidente del Tennis Club Porto Torres. Sono quasi 20 anni che dirige il Club grazie a tanta passione e dedizione, insieme a tutti i dirigenti e soci è riuscita a rendere il Club un luogo di congregazione oltre che a raggiungere risultati importanti a livello agonistico come la Serie C. Infine ha portato in Sardegna uno dei tornei di tennis più importanti dell’isola.


 

Intervista del Febbraio 2012

Per iniziare, come ti sei avvicinata al tennis?

“Mi sono avvicinata al tennis da ragazza, avevo circa quindici anni. Per intenderci ai tempi di Panatta & company, tutti giocavano a tennis e ci ho provato anch’io, anche se mi sembrava uno sport molto “da signorine”, forse perché giocando a pallacanestro non apprezzavo molto un’ attività sportiva che non prevedesse “scontro” fisico, ma soprattutto di uso mentale. Poi ho lasciato per troppi impegni di studio all’università. Ho ripreso dopo i trent’ anni, ma per merito di mio marito. Incredibile a dirsi, ora non gioca mai,  si è riavvicinato ed ha trascinato anche me.”

Da quanto tempo copri la carica di Presidente del Tennis Club Porto Torres?

“Sono Presidente del Tennis Club dal 1993, non per elezione ma per dimissioni del mio predecessore Gavino Bella (ero Vice Presidente), quindi, sono diventata automaticamente Presidente. Successivamente dal 1995 per elezione.”

Cosa pensi della crescita del Tennis in città?

“La crescita del tennis in città non è una sorpresa. Infatti è il giusto raggiungimento di uno scopo per cui abbiamo lavorato tantissimi anni. Innanzitutto abbiamo cercato di cambiare l’idea che tutti i nostri concittadini avevano del tennis, cioè che fosse uno sport costosissimo e riservato ai soli benestanti, a tal proposito abbiamo lavorato per tenere le tariffe della SAT bassissime, possibilmente in concorrenza con quelle degli altri sport, offrendo promozioni anche gratuite e mantenendo basse le quote sociali. La politica è quella di contenere tutti i prezzi (mi piace ricordare che la quota mensile attuale Euro 25,00 risulta essere popolare, più bassa di quella delle palestre). A tal  proposito vorrei anche dire che è stato di grande aiuto negli ultimi anni l’atteggiamento dei maestri, in particolare di Paolo Pani, apprezzerei molto che fosse nominato, per la collaborazione, e soprattutto per la passione dimostrata in un investimento che alla resa dei conti non è solo il loro, ma soprattutto il nostro.”

Quali sono i ricordi più belli da quando hai questa carica importante?

“Il ricordo più bello che ho è senza ombra di dubbio  quando a Dorgali abbiamo vinto la serie C e Stefano Caria ha messo a tutto volume la canzone” We are the Champions”. Un momento veramente indimenticabile! Gran bella soddisfazione.”

Parliamo di torneo internazionale, dopo anni di crescita il Tennis Club Porto Torres ha raggiunto un equilibrio importante nell’isola, quali sono le qualità che ci vogliono per mantenere un torneo così prestigioso per così tanti anni?

“La qualità è una sola la conduzione familiare, il coinvolgimento di tutti i soci ed i dirigenti, che ringrazio anche in questa occasione, ognuno per quello che ha potuto dare, spesso a discapito anche del proprio lavoro. D’altra parte non ci dobbiamo meravigliare, tutto che quello abbiamo realizzato negli ultimi diciotto anni è strettamente legato e connesso alla collaborazione di tutti, alla voglia di partecipare ed essere attivi tutti insieme. Ciò non vuol dire che come in tutte le cose non ci siano stati periodi di “alti e bassi”, ma poi alla fine ha sempre prevalso la coesione.”

In queste 10 edizioni del torneo, quali sono stati i momenti più belli?

“Ogni torneo in questi dieci anni ha avuto momenti belli, ed anche momenti meno belli. Ogni anno ci sono nuove circostanze diverse come lo spalare acqua, che per inciso arrivava al cordolo di cemento, quando tutti insieme al campo uno alle sette di mattina nella prima edizione. Nell’ultima edizione consegnare la targa ad un veterano del torneo quale Andrea Agazzi, festeggiare tutti insieme i diciotto anni del socio Piero Zucca, portare un ragazzo americano a fare il richiamo dell’anti rabbica, missione quasi impossibile in Sardegna dove la rabbia non esiste, “finire a coltelli fra i denti” per decidere il turno della prossima transportation , vedere un ragazzino del tuo club, mi riferisco ad Antonio Zucca,  giocare sul suo campo a casa sua, cioè volevo dire sul nostro campo a casa nostra, nel tabellone principale! Sai che soddisfazione veramente impagabile! Infine poi la cosa più bella cioè vedere del tennis a livelli ottimi, che non capita tutti i giorni.”

Quali sono i pro e i contro della tua carica?

“Come si sa gli onori ed oneri sono sempre del Presidente. I pro sono senz’altro la visibilità che hai, che può essere anche un contro sotto certi aspetti, ma soprattutto che, se riesci a muoverti bene e sei hai la fortuna di avere dei Consiglieri all’altezza, come io per fortuna ho sempre avuto, puoi lavorare tanto per la città, per i giovani, per cercare di migliorarti e di migliorare gli altri. Credo, ad esempio, che la nostra crescita abbia gioco forza creato dei posti di lavoro e dimmi se é poco in questo momento di crisi. Il contro è rappresentato dal fatto che devi avere voglia e passione sempre, non devi mollare mai, anche quando non stai bene e vorresti cedere lo “scettro” agli altri, ma con un pochino di buona volontà, e con tanto aiuto da parte degli altri consiglieri, si riesce ad andare avanti.”

Parliamo di futuro, dopo la notizia del finanziamento regionale per la copertura dei campi 3 e 4. Cosa pensi di questa novità?

“La novità dei campi coperti e del finanziamento è “super”. Sono moderatamente ottimista ( ma io poi si sa lo sono sempre) credo che anche questa volta tutti insieme ce la faremo.”

Qual è stata la reazione dei soci a questa importante evoluzione?

“Mi pare che i soci abbiano reagito bene, e non solo lo “zoccolo duro” di quelli più datati, ma anche i giovani, dimostrando grande interesse ed entusiasmo.”

Da quando sei alla presidenza del Club ci sono stati grossi passi in avanti, quali cose miglioreresti subito all’istante?

“La cosa migliorerei è il Presidente. che caratteraccio! A parte il Presidente, superfici, palestra, club house più grande con biliardo. Ma cerchiamo di fare una cosa per volta per piacere. In questo momento  pensiamo alle copertura dei campi poi si vedrà.”

E’ stato difficile raccogliere l’eredità della lunga Presidenza di Gavino Bella?

“Direi nì. Anche perché se è pur vero che ognuno ha il proprio stile e le proprie idee è anche vero che il Club aveva già una propria organizzazione, che, poi, nel tempo si è cercata di migliorare, magari adattando quello che già esisteva con idee più moderne, che sentivo più vicine alla mia concezione di associazione. In questo mi è stato di grandissimo aiuto e consiglio Lino Proli, a quei tempi ricopriva la carica di tesoriere, che  non si è mai risparmiato. Ho iniziato la risposta col ”nì” perché il problema più grosso erano i debiti, ne eravamo sommersi”

Sempre nell’arco della tua Presidenza c’è stato un momento in cui hai pensato di lasciare?

“Più di uno. Soprattutto all’inizio quando ho avuto anche io il mio periodo di ambientamento,era difficile far passare certe idee, diciamo innovative! Ma, poi, anche successivamente, soprattutto non per colpa degli altri, ma per periodi miei particolari di particolare stanchezza, di problemi familiari. Non ho mai pensato di lasciare perché un socio mi ha contraddetto ho per aver avuto delle discussioni, anzi, in quelle occasioni, era uno stimolo a restare ed andare avanti”

Quanta pazienza hai in corpo per continuare a fare il Presidente del Tennis Club Porto Torres? Hai già individuato un possibile successore? Il più lontano possibile ovviamente.

“Non lo so. Diciamo che sinché trovo stimoli mi piace andare avanti e finché continuiamo a “metterci debiti” con nuovi lavori etc. etc. mi sento obbligata moralmente a portare a termine quello che ho iniziato, per dirla chiara non mi piace lasciare i “miei” debiti ad altri, mi piace concludere quello che ho iniziato. Quindi con queste coperture credo che dovranno, se ovviamente anche i soci saranno d’accordo, sopportarmi almeno altri tre anni. Ho individuato alcuni possibili successori, che, però, mi pare allo stato attuale devono decidersi ” su cosa vogliono fare da grandi”. In altri termini devono ammettere che la loro grande passione per il tennis è primaria, rinunciando di conseguenza ad altri impegni. Ci sono, ci sono i successori! Vanno solo un pochino stimolati!”

Che rapporto hai con i soci?

“Cento teste cento berretti”. Ovviamente il ventenne ha diverse esigenze rispetto al settantenne. Regola prima, ascoltare tutti e cercare di trovare soluzioni equilibrate. Non ti nascondo che qualche volta non ci si riesce.  Comunque, ritengo che il rapporto con i soci sia in generale buono e cordiale. Poi come in tutti i posti esiste qualche eccezione. Ma ad ogni buon conto le critiche e le contestazioni servono per crescere.”

Le coperture dei campi pensi che possano pregiudicare il futuro del torneo internazionale ?

“Forse si! Stiamo vedendo di parlarne con la Federazione ed ancora non abbiamo idea di come si possa risolvere. Male che vada vedremo di organizzare qualcosa di diverso, ma sempre importante.”

Nell’arco della tua Presidenza nel Tennis Club si sono succeduti diversi maestri come Massei, Caria, Ciafardini, Piu, Caggiari e Merlone. ti è rimasto impresso un ricordo di loro ?

“ Si ricordo maggiormente il Maestro Mino  Piu, grande appassionato di tennis e conoscitore di bambini. Tanto di cappello!”

Gli anni dal 2005 al 2008 sono stati i più ricchi di titoli per il Tennis Club, fra Serie C, Invernale e Under. Quando pensi si possa ritornare a vincere una competizione a squadre ?

“ Anche quest’anno con i Campionati Giovanili, mi auguro. E poi, parlo di Serie C, quando i piccolini cresceranno. Abbiamo fatto una scelta ben precisa che è quella di dare spazio ai ragazzi piccoli. Ora dobbiamo avere  pazienza, quando cresceranno vedremo i risultati del nostro lavoro.”

Come ti spieghi che i più forti tennisti turritani come Zucca (anche se ancora tesserato con noi), Maddau, Migheli e ora Deliperi emigrano in altri circoli ?

“Perché la Sardegna a livello competitivo ed agonistico non gli può offrire più di tanto tranne il TC Cagliari,  sto parlando di atleti veri. Deliperi, in particolare, ormai è in età matura,in realtà, è stato costretto ad emigrare perché noi non potevano garantirgli ed offrirgli un campionato al suo livello, mi è dispiaciuto molto non potergli dare alternative.”

Vorrei un pensiero di Signor Mura. Per anni è stato custode del nostro Tennis Club uno dei principali artefici della crescita da quando la nostra associazione si è trasferita in una struttura comunale. Quanto ha dato Signor Mura al Tennis Club?

“Signor Mura è uno dei più grandi lavoratori che abbia mai conosciuto. Non sa tenere la racchetta in mano ma è senza ombra di dubbio il più grande appassionato di tennis del nostro Club! Gli dobbiamo tantissimo. Da noi ha avuto il ruolo di custode, giardiniere, manutentore, segretario, tesoriere, babysitter. Cosa vuoi che ti dica lo riassumo in due sole parole INSOSTITUIBILE E MERAVIGLIOSO.”

Per concludere. Hai elogiato la collaborazione di tutti i soci per poter arrivare così in alto, ma fra quelli che sono tesserati con il nostro circolo da tanto tempo c’è qualche socio che non ha mai offerto un minimo contributo per la crescita del Tennis Club e magari ha da ridire sulla gestione?

L’associazionismo è una cosa strana! Chi lo interpreta con grande passione, impegno e volontà, magari rimettendoci qualche soldo di tasca, mentre chi invece paga una quota mensile, si badi bene  anche quella serve, e ritiene esaurito il suo ruolo. L’attuale Direttivo, ed anche il precedente, si è proposto di coinvolgere tutti i soci  per far capire meglio quello che deve essere lo spirito del Club (non so se ricordi diverse mail di Stefano Caria in proposito che in questa sede faccio integralmente mie e sottoscrivo). Anche sotto questo aspetto il Club crescerà e tutti i soci capiranno che essere appassionati di tennis significa non solo farsi l’oretta di gioco, ma anche essere partecipi e collaborativi nell’organizzazione e nella vita sociale quotidiana.

Piero ZUCCA